Le interviste GitErranti: Backstage di un Artista. (Francesco Mascio My Standards)

Cari Giterranti

Vi siete mai chiesti  come è la quotidianità di una persona che vive di arte? Quando ero piccola

era una curiosità che provavo a soddisfare con l’immaginazione, ora invece ci vivo dentro visto che mi sono sposata un chitarrista/compositore poliedrico che vive costantemente immerso nella musica e che, proprio pochi giorni fa, ha pubblicato il suo nono album intitolato “My Standars”, un lavoro musicale che ho visto nascere e del quale conosco ogni attimo creativo, o almeno quello manifesto, perché ciò che avviene dentro l’animo dell’artista, solo lui può cercare di raccontarcelo.

È per questa ragione che ho deciso di intervistare il chitarrista/compositore Francesco Mascio, che oltre ad essere un fantastico musicista è anche mio marito.

Non vi aspettate però la solita intervista, perché mentre io cercavo di buttarla sull’ironia, Francesco professionale e serio mi rispondeva come se fossi Lilli Gruber. Comunque noi ci siamo molto divertiti a farla e spero che questa allegria pervada anche voi, buona lettura.


Dopo mesi di nottate insonni seduto al tavolo della cucina suonando incessantemente la chitarra per trovare accordi e accordature a te più congeniali, finalmente il 21 Marzo è uscito il tuo nuovo Album intitolato “My Standars”, quale è stata la tua prima sensazione nel vedere pubblicato questo nuovo lavoro discografico?

- Sinceramente non so rispondere, ma la sensazione che più si avvicina è quella del rilassamento. Dopo questo lungo periodo di circa due anni in cui è stato difficile vedersi per fare anche solo delle prove in studio, sapere che finalmente questo lavoro discografico è stato portato a termine e pubblicato mi fa stare bene, soprattutto perché la mia vena compositiva non si è affatto bloccata con la pandemia e stavo accumulando tantissima musica. In questo Album infatti, ci sono anche brani che ho composto oltre dieci anni fa e che ancora non avevano trovato la giusta collocazione e saperli sistemati e pubblicati mi da una sensazione di sollievo, come se li avessi messi in cassaforte.

Da dove prendi l’ispirazione e soprattutto come fai a concentrarti in maniera corretta e precisa, visto che viviamo in un piccolo appartamento di 50 mq in tre e che tra libri, giocattoli e chitarre lo spazio vitale sarà più o meno la metà?

- l’ispirazione musicale mi arriva da qualsiasi cosa, a volte da elementi prettamente musicali come la musica tradizionale di altri popoli,  altre volte da un’emozione che può essere scaturita da una semplice routine di vita familiare, dalla lettura di un libro o semplicemente osservando  la natura. Per quanto riguarda invece la concentrazione, negli anni ho imparato a chiudermi in una sorta di bolla, poi credo però che aiutano anche la pazienza, la tolleranza e la meditazione che pratico regolarmente.

Come in ogni lavoro musicale anche su questo Album ci sono degli aneddoti, vuoi

raccontarne qualcuno?

-Forse la particolarità di questo Album sta nel fatto che è stato realizzato con un ensemble di professionisti che sono anche amici e quindi sia durante le prove che durante le pause scherzavamo e ridevamo molto. Su “Soul of New York”, che è un brano di improvvisazione radicale con un approccio irruento e vene free, ricordo che il fonico rimase un pochino frastornato, ma io ero sicuro che invece sarebbe stato uno dei brani più interessanti dell’album. A distanza di tempo dopo il mixaggio, anche il fonico è stato di quest’avviso, il ripensare alla sua espressione  di quel giorno mi fa sorridere ancora.


Qual’è il brano di questo album al quale sei più legato e perché?

- il brano di questo album a cui sono più legato è “Notes from the Heart” che è il brano di chiusura realizzato in solo con la chitarra. È particolare perché è un brano di rottura rispetto agli altri, ha delle influenze folk e classiche e si discosta dal resto del lavoro che ha un taglio invece jazzistico. Ci sono legato perché secondo me esprime molto il mio lato emotivo. È un brano che durante questo periodo di stasi lavorativa mi suonavo spesso, e poi mi sono convinto che potesse essere il brano giusto per chiudere questo disco. Sono  note che mi sono uscite dal cuore, perché l’amore è ciò che fa “muovere il sole e le altre stelle” e in questo caso invece ha fatto muovere le mie mani per comporre questa musica.

Ci racconti come è nata la Front Cover di questo Album?

-Succede spesso che un artista abbia bisogno di foto, così ho chiesto a una mia carissima amica

Simona Mililli, che è una grande appassionata di fotografia e una brava fotografa, di farmi qualche scatto particolare. Mi ha proposto di recarci in un luogo dove ci sono tutt’ora dei murales per fare alcuni scatti e così una mattina siamo andati armati di buone intenzioni. Dopo una serie di scatti tutti molto belli e particolari è uscita questa foto che mi è così tanto piaciuta da indicarla al produttore come immagine per la Front Cover dell’album. Dopo  il lavoro di grafica per inserire le scritte e altro, posso dire che mi piace davvero tanto perchè mi trasmette una sensazione di armonia, di originalità e anche di contrasto. Una Front Cover perfetta per questo Album.


Conosco i musicisti che hanno registrato con te e sono persone simpaticissime, come sei arrivato a capire che loro erano quelli giusti?


-È da qualche anno che collaboro con questi musicisti e il motivo principale, oltre alla loro professionalità e alle loro caratteristiche di apertura su vari generi e stili musicali, è il loro lato umano. Sono dell’avviso che quando si va in studio bisogna andarci con lo spirito giusto, ci deve essere uno scambio e una stima reciproca e questo permette di dare un valore aggiunto alla musica che deve trasmettere a chi l’ascolta una sensazione di benessere, ma ciò può accadere solo se questa sensazione si vive prima in studio.

Spesso abbiamo discusso sul fatto che nessuno riuscisse a catalogare la tua musica in maniera corretta, forse il termine che si avvicina di più è Jazz Crossover ma ora che puoi esprimerti liberamente  come la definiresti la tua musica? 

-Come sai odio le etichette e le classificazioni, anche se capisco che alcune volte sono necessarie. La mia musica mi viene da classificarla come universale, perché è sempre diversa e si ispira al momento che sto vivendo. Se per esempio sto approfondendo la musica Africana, ovviamente nelle mie composizioni ci sarà quella sfumatura che fa pensare all’Africa e così via, è una musica libera dal punto di vista compositivo, timbrico ed  espressivo con la quale io cerco di trasmettere un messaggio innovativo. Sicuramente la parola crossover può essere associata alla mia musica perché crea dei ponti fra stili musicali e non, nella musica si possono unire tutti, continenti, popoli e nazioni perché la musica è Universale 

 Convinci le persone ad ascoltare e acquistare la tua musica.

Questo è un disco realizzato accordando gli strumenti alla frequenza 432 Hz chiamata anche

Love Frequency,  con un altissimo livello tecnologico perché è stato registrato e mixato al Nightingale Studios che è famoso per la sua alta professionalità, suonato da musicisti bravissimi, professionali e simpaticissimi, masterizzato da un Audio Master mondiale Bob Katz, che ha vinto ben tre Grammy Award ed è il più acclamato tra gli audiofili, ha delle liner notes di un grandissimo chitarrista come Umberto Fiorentino, prodotto dalla Birdbox Records che è una casa discografica fantastica, la Front Cover è davvero bella e dentro ci sono dieci brani tutti da scoprire, in più è stato seguito dalla bravissima Social Media Manager Valentina Villa. Noi l’abbiamo realizzato al massimo delle nostre possibilità ora ovviamente tocca a voi ad acquistarlo e a godere delle nostre fatiche.

Ultima domanda: Lancia un messaggio a chi ci legge.

Il messaggio che vorrei dare è quello di scegliere musica che possa essere identificata come arte, so che non è facile da comprendere questo concetto ma vi aiuto ripetendo una frase che viene attribuita a San Francesco: Chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista." Quindi è importante riconoscere quando un artista usa il cuore in ciò che fa e quando invece il lavoro ha solo una valenza commerciale.

Nel Disco “My Standards” hanno suonato:

Francesco Mascio - Electric  & Classic Guitar

Esharef Alì Mhagag - voice 

Alberto  La Neve - Sax

Paolo Mazziotti - bass

Nicola Scagliozzi - Double Bass

Domenico Benvenuto - Drums

Si ringraziano i grilli e le cicale che hanno fatto da perfetta colonna sonora alle giornate di registrazione.

Buona musica a tutti ...

Informazioni

L’Album “My Standards” potete trovarlo su tutte le piattaforme digitali dal  21 Marzo 2022 
Clikkando qui puoi ascoltare l’album sulle diverse piattaforme : https://orcd.co/mystandards_francescomascio? fbclid=IwAR34W9OPI91HHxmWnkvVSpjSAolJkuFI3JA_3wDrLCDm6jmHX89RjOY3uUI
Puoi seguire Francesco Mascio su Instagram: https://www.instagram.com/francesco_mascio/
Potete curiosare sul sito di Francesco Mascio clikkando qui : https://www.francescomascio.com/
Potete avere info su Bob Katz leggendo qui https://en.wikipedia.org/wiki/Bob_Katz
Questo invece è il sito della casa discografica: https://www.birdboxrecords.com/it/

ʟα ɢıтεяяαптε



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