Atene e le energie degli antichi Dei ...

 

Cari Giterranti...

Oggi vorrei raccontarvi del nostro viaggio ad Atene, delle strane coincidenze  e di un fatto strabiliante che nonostante ne sia stata la protagonista ancora stento a crederci.


Ho sempre voluto andare ad Atene a calpestare le stesse pietre che hanno sostenuto i piedi dei più grandi filosofi dell’antichità, e visto che in quella città ci abita una nostra cara amica, decidiamo di andarla a trovare.

Prenotiamo per  fine settembre inviando la data di arrivo alla nostra amica.

Pochi giorni prima di partire richiamiamo Mirella, la quale cade dalle nuvole dicendoci che avevamo deciso per fine ottobre e non per fine settembre e che lei proprio in quella settimana è a Kinetta, una località marina vicino ad Atene.

Effettivamente, non si è capito come, mio marito ha scritto alla nostra amica che andavamo a fine ottobre ma ha prenotato per fine settembre(da vero GitErrante).

Mirella  però risolve il problema lasciandoci le chiavi di casa così partiamo felici ed eccitati. 

Arrivati all’aeroporto di Atene prendiamo un taxi e raggiungiamo il quartiere di Koridallos dove vive la nostra amica.

Sistemiamo le valige e scendiamo al volo a passeggiare nel quartiere.


Il sole è caldo e nell’aria aleggia un profumo di origano, menta, pane appena sfornato e dolci, le persone che ci passano accanto sono sorridenti, le strade sono libere da automobili e i davanzali delle case e i porticati sono pieni di vasi di fiori di ogni colore.

Camminiamo piano godendoci la passeggiata, ma cercando anche un posto per mangiare, visto l’ora.

Incontriamo un ristorantino in una viuzza laterale, non capiamo il greco e lo leggiamo a stento, ma il menù sembra ottimo e anche l’odore che esce dalla cucina.

La fame è tanta ma sono quasi le tre del pomeriggio, la cucina sta per chiudere, i clienti  sono tutti in procinto di pagare e noi decidiamo di rimanere leggeri e ordiniamo una fresca  insalata greca ( pensiamo noi).

Mentre aspettiamo la nostra ordinazione, il gentilissimo e simpatico proprietario ci stuzzica il palato con le famose olive greche, un buon vinello bianco e fresco e stuzzichini vari che  facciamo sparire in un battibaleno.


Poi arriva la nostra insalata. 

Forse in foto non rende bene l’idea ma è una pagnotta di pane enorme e calda che sprigiona un odore meraviglioso.

Sono passati due anni ma al solo pensiero ho l’acquolina in bocca, mi sento come un cane dell’esperimento di Pavlov.

Potrei parlare per ore del cibo spettacolare ma mi rendo conto che per riuscire a raccontare tutto ciò che abbiamo fatto in una settimana di vacanza ci vorrebbero almeno 20 post, quindi non vi descriverò minuziosamente l’emozione pazzesca provata appena entrati nell’Acropoli, del panorama stupendo che si vede da lassù e del caldo assurdo che abbiamo provato.


Sorvolerò anche sulla cazziata che mi sono presa da un sorvegliante  perché ho avuto la sfacciataggine di sedermi per terra e togliermi le scarpe, cercando di assorbire con la pianta dei piedi l’antica sapienza di cui quelle rocce sono state testimoni.

Ne vi parlerò del mare incantevole di Kinetta, dei suoi spettacolari tramonti e degli stabilimenti balneari che forniscono gratis ombrellone e sdraio a patto che consumi al loro bar.

Ma ciò che è certo, è che devo assolutamente raccontarvi la giornata pazzesca che abbiamo passato al museo Nazionale di Atene, dove è successa una cosa che ancora mi emoziona al solo pensiero.

Dopo cinque giorni tra Atene e Kinetta, ero completamente a mio agio in quell’atmosfera fatta di mercatini, profumi, sole e persone sorridenti, così mi sarebbe piaciuto continuare a passare i pomeriggi passeggiando tra gli alberi della collina di Filopappo (o collina delle Muse) immaginando di stare al fianco di Socrate durante una delle sue lezioni sull’arte della maieutica.

Ma il Museo Nazionale era una delle nostre mete sin dall’inizio, così in un pomeriggio nuvoloso


abbiamo deciso di entrare in questo meraviglioso tempio della storia.

Arrivati davanti a quell’imponente struttura, non vi nascondo che ho iniziato a sentirmi eccitata, mi sembrava quasi di vedere un energia immensa che si sprigionava dalle pareti e faceva vibrare l’aria intorno.

Salgo la scalinata che porta all’entrata come se stessi andando verso un portale dimensionale,


ogni scalino mi da una scossa e quando, dopo aver fatto i biglietti ed essere entrata, mi ritrovo  faccia a faccia con la famosa maschera di Agamennone, l’emozione è talmente intensa che  un’ espressione di meraviglia mi si stampa in faccia mentre gli occhi iniziano a lacrimare   di gioia.

Mi guardo intorno e vedo statuette della dea Atena che sembrano sorridermi, gioielli di una fattura talmente superba che non hanno nulla da invidiare a quelli moderni, civette intagliate in pietre preziose, fini bottigliette di alabastro per le creme di bellezza delle donne antiche, 

splendidi pugnali, pettorali di cuoio, calzari, specchi finemente intagliati, fibbie e brocche per il vino, insomma tutto sembra sussurrarmi una storia lontana a livello temporale ma con vizi e virtù moderne.
Cammino da una stanza all’altra sentendomi come sospesa in una nuvola, ammirando ogni oggetto come se fosse un frammento di un puzzle temporale, fino ad arrivare in un ambiente  dove, quasi in estasi, mi fermo in contemplazione davanti alla statua di Poseidone.
Dopo qualche minuto vengo richiamata da mio marito che giustamente vuole continuare il tour del museo.
Mi avvio verso una nuova sala e mi accorgo di una musica bellissima che stanno mandando in filodiffusione.
“Wow ma non senti che fica questa musica che hanno messo?” Dico a mio marito sorpresa di non essermene accorta prima.
“Quale musica?” Mi chiede fermandosi ad ascoltare meglio.

“Quella che stanno mandando in filodiffusione, prima non c’era ora c’è, si vede che hanno acceso l’impianto.”

Vedo mio marito guardarsi intorno smarrito, non capisco perché ha quell’espressione perplessa stampata in faccia.

Poi prende il cellulare, lo sblocca, va su -registra audio- e mi dice :” cantami la musica che senti.”

Lo guardo sbigottita:” perché te la devo cantare?”

“Perché non c’è nessun impianto di filodiffusione in questa stanza, ne nessuna musica, e comunque se ci fosse stata l’avrei sentita, sono un musicista e ho l’orecchio allenato quindi per favore cantamela.”

“Come non c’è nessuna musica?Ma io la sento forte e chiara!” Ribadisco sicura e stupita.

“E allora sbrigati a cantarmela per favore!” Mi esorta con più enfasi.

Con gli occhi sgranati e il cervello incredulo, canto a mio marito la melodia che sento, una musica completa di percussioni, strumenti a fiato e a corda, e  con un coro di voci maschili.

Poi come in trance mi avvicino nuovamente alla statua di Poseidone e mi accorgo che la musica aumenta di volume.

Tocco quel marmo possente e una serie di immagini mi si accendono nella testa.

Poseidone non mi ha regalato solo una splendida musica, ma anche una storia che ovviamente ho scritto e che leggerete in un prossimo articolo.

Uscita da quella sala la musica nella mia testa svanisce, ma la  traccia cantata c’è e mio marito l’ha trascritta; uscirà in un suo prossimo disco. 

Non so cosa è successo quel giorno, forse sono entrata davvero in un portale dimensionale o forse la forte emozione di trovarmi immersa in un luogo ricco di energia e storia ha scatenato qualcosa di strano nel mio cervello, sta di fatto che è stata un esperienza pazzesca che ancora non mi riesco a spiegare.

In quella stanza del Museo Nazionale mi sono persa tra le dimensioni, ho sentito la potenza degli antichi Dei e ho ricevuto ben due doni, cosa potevo volere di più?

Tra l’altro la leggenda narra che Poseidone ed Atene volevano entrambi il dominio su questa città


appena nata, perché le era stato predetto un futuro prospero.

Non riuscivano a mettersi d’accordo così fu deciso che chi avesse fatto il dono più bello agli abitanti, sarebbe diventato il protettore della città.

Atena donò un ulivo, mentre Poseidone uno splendido cavallo.

I cittadini si consultarono per giorni, ma poi decisero a favore di Atena, poiché l’Ulivo iniziò a dare delle bacche scure che si potevano trasformare in un liquido prezioso, l’olio.

Ma anche il dono di Poseidone era bellissimo, così nonostante la vittoria di Atena, fu costruito un tempio  in onore di Poseidone al quale non fecero mai mancare offerte e preghiere.

Chissà se ancora rattristato di aver perso la disputa con Atena, Poseidone non abbia voluto conquistarmi facendomi questi doni? 

Comunque sia da quel giorno porto al collo un ciondolo che raffigura il suo tridente al posto del ciondolo con la civetta ( simbolo di Atena).

Che dite mi ha conquistato?

ʟα ɢıтεяяαптε.




Info utili 

Ristorante O Mimis kai i Anna : Asklipiou 34, Koridallos 181 20, Grecia.

Museo Nazionale di Atene: 28is Oktovriou 44 Atene - prezzo biglietto 7 euro.

Acropoli di Atene: prezzo biglietto 20 euro, bambini e over 65 10 euro.

Kinetta: in treno 47 minuti prezzo 2/4 euro - 




Commenti

  1. Molto interessante e fascinoso. Sono le nostre radici! Grazie.

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    1. Grazie a te...e continua a seguirci... Troverai sempre un pezzetto di radici in più ...😊

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  2. Mitologico! E con un finale misteriosamente magico!

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