GitErrando nella Mitologia. La maga Circe e la sua isola: Il Circeo.

Cari Giterranti

L’ abbiamo studiata a scuola leggendo l’Odissea, è entrata nell’immaginario collettivo come una spietata seduttrice e maga, ma quanti di noi in verità conoscono la storia della Semi Dea


Circe nata dal Dio Elios e dalla ninfa Perseide?

Circe, il cui nome pare derivi dalla parola falco o sparviero, sin dall’infanzia si sente molto diversa dai suoi fratelli e sorelle (Eete, Parsifae, Perse), la sua voce è simile a quella umana e quindi non amata dagli Dei che la ritengono troppo acuta e sgraziata.

Durante la sua adolescenza vive all’ombra dello splendore del padre, intimorita dalla sua magnificenza e impaurita dal suo potere che volendo, potrebbe anche incenerirla.

Non è amata dai suoi fratelli e dalla sorella perché è schiva, poco crudele e poco interessata agli intrighi degli Dei.

Tutti, compresi i genitori, la ritengono una buona a nulla e lei ci crede ed è per questo che non ama vivere nel magnifico palazzo del padre, e al lusso sfrenato, agli agi, alle continue feste fra gli Dei, preferisce fare lunghe passeggiate in solitaria su una piccola spiaggia dove conosce l’amore di un mortale, Glauco.


Ed è per amore e per gelosia che Circe inizia ad usare la magia che fino a quel momento non sapeva di possedere, trasforma la ninfa Scilla in un mostro e per questo viene confinata nell’isola di Eea, che noi oggi chiamiamo Circeo e che in antichità era circondato dal mare.

E Circe in quell’isola sboccia, i suoi poteri si amplificano, lo studio delle erbe e della natura in completa solitudine la fortificano e la rendono una donna sicura di se, dei suoi talenti del suo animo.

Circe lontana dagli Dei sta bene, gli animali la circondano e la amano, la natura le offre i suoi


servigi e lei, con amore, coglie i frutti di essa e le trasforma in unguenti, in medicamenti, in pozioni, in cibo sublime.

Circe è felice di accogliere i naviganti di passaggio, li sfama, li cura, gli da un luogo sicuro in cui dormire, ma è sempre una donna sola, avvenente, giovane in eterno e quegli uomini approfittano di lei e la violentano.

L’anima di  Circe viene umiliata, il suo essere Dea non viene riconosciuto, la sua benevolenza e accoglienza viene ricambiata con una sporca violenza, così decide che ogni uomo che arriverà


alla sua isola sarà sfamato e poi trasformato in un maiale e come tale accudito in un porcile, fino a quando Ulisse non la fa innamorare e lei, rinfrancata nello spirito, ritrasforma i porci in uomini.

Lo so, ora la figura di Circe vi appare diversa vero? Non è la Circe che abbiamo studiato nell’Odissea di Omero. Ma l’Odissea è stata scritta da un uomo greco dell’ottavo secolo avanti Cristo, un uomo che ovviamente non vedeva di buon occhio una donna indipendente che non si sottometteva né al volere degli Dei né a quello degli uomini; e la vita di Circe non vi sembra un po’ la vita di tantissime donne?

Quante donne nei secoli, sono vissute all’ombra di un padre padrone che dettava regole su regole, che offuscava i loro talenti, che giudicava il loro agire?

Quante volte l’uomo si è approfittato della gentilezza di una donna? Quante volte, alcune delle doti dell’energia femminile che sono l’accoglienza, la cura, il nutrimento sono state scambiate per debolezza e lascivia e ricambiate con la violenza?

È da colpevolizzare Circe che usa la sua sapienza delle erbe e delle arti magiche per difendersi


dalla violenza degli uomini?

In fondo anche nei nostri modi di dire, gli uomini che importunano sessualmente una donna senza il suo consenso sono ritenuti porci, e le donne che si ribellano vengono chiamate streghe.

Circe però si innamora di un uomo che la conquista grazie al suo intelletto, al suo carattere intrepido, al suo essere forte e vigoroso ma non violento, un uomo che riconosce il potere che è in lei e non ne ha paura, ma anzi lo esalta, lo venera, lo rende attivo generando con lei la vita.


Ed ecco allora che il femminino ferito viene risanato perché viene compreso, accettato, venerato per quello che è veramente: fonte di vita.

La storia di Circe è la storia di tutte le donne che per secoli sono state vessate e hanno creduto di non possedere nessuna arte, è la storia di tutte le donne che si sono ribellate alla società che le voleva diverse, sottomesse, ignoranti, schiave; è un percorso iniziatico, uno sprone per ogni donna a scendere dentro se stessa, nella propria isola interiore, in solitudine, per imparare dai propri errori, per ritrovare il proprio potere personale, per risplendere come una Dea, per poter finalmente creare un mondo nuovo dove non esiste più guerra tra maschile e femminile, non esiste più la prevaricazione fra i due sessi  ma esiste l’unione sacra, quell’unione che crea la vita in un mondo perfetto e in armonia.

Ecco, volevo scrivere di Circe e del Circeo e mi sono persa, come al solito, nelle mie


considerazioni, forse quest’articolo non l’ho nemmeno scritto io talmente le parole mi sono scaturite fluidamente, come sotto dettatura.

Ho sentito un’ energia che saliva dalla pancia fino alle mani, e le mie dita hanno incominciato a battere sulla tastiera in maniera frenetica. Avrò scritto sotto l’influenza di qualche magia, oppure la Circe che è in me ha preso il sopravvento e giustamente ha sfruttato l’occasione per farsi conoscere nella sua vera veste. Non so dare risposta.


Oramai l’articolo è fatto, quindi del Circeo vi parlerò prossimamente, per ora cari Giterranti sia uomini che donne, vi chiedo solo di rivedere dentro di voi la figura mitologica di Circe e magari leggervi il libro di Madeline Miller dal titolo “Circe” che è stato fonte per me di grande ispirazione.


Buon viaggio dentro voi stessi GitErranti.




Informazioni

Il libro Circe di Madeline Miller è edito da Marsilio.(almeno il tascabile che ho letto io)

Sul blog il Colore dei libri potete trovare una bellissima recensione.

Questo il link : http://ilcoloredeilibri.blogspot.com/2019/02/recensione-circe-di-madeline-miller.html


ʟα ɢıтεяяαптε









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