GitErrando a San Giovanni Rotondo: The Wailers e Padre Pio.


Cari Giterranti 

Quando sentiamo parlare di “
Pasqua” pensiamo inevitabilmente alla resurrezione, ma in realtà la parola Pasqua deriva dall’aramaico Pasah, che significa passaggio, passare oltre.
Per gli ebrei Pesach è una festa che  ricorda l’attraversamento del mar Rosso per andare verso la liberazione dalla schiavitù degli egiziani, per i cristiani invece è la festa che ricorda il passaggio di Cristo dalla morte alla vita, la resurrezione appunto.
Ma prima di queste due festività, gli uomini onoravano comunque questo periodo dell’anno,

con una festa chiamata Oestara o festa di primavera che in antichità veniva celebrata dal primo giorno di luna piena dopo l’equinozio di Marzo, esattamente nel periodo in cui sia i cristiani sia gli ebrei festeggiano la loro Pasqua.
A prescindere quindi dalla religione, l’unica cosa che si può dire di questo periodo è che è fortemente impregnato di un’ energia che sprona a passare da uno stato ad un altro, ovvero da quello letargico dell’inverno a quello di risvegliato primaverile.
La natura sboccia, nuove nascite arrivano, le tartarughe escono dal letargo, insomma tutto riprende vita.
Ecco cari GitErranti, è questo l’augurio che vi faccio per questa Pasqua, vi auguro di  

ricordarvi come era la vita prima di questi due anni passati nel girone infernale della pandemia e della guerra, e di sognare con me un risveglio degli animi, delle menti, delle coscienze.
Affinché sia facile per voi tornare a sognare, vi lascio il racconto di una bellissima serata estiva  del 2018, quando il mondo ancora non era impazzito.
Buona lettura, e ovviamente Buon Risveglio a Tutti.


Quando io e mio marito ci siamo sposati, tra i tanti regali abbiamo ricevuto anche due smart box, con 3 giorni di soggiorno pagati in un luogo di nostro gradimento tra i tantissimi convenzionati.
Come al solito ci siamo decisi ad usarli all’ultimo momento, e volendo andare sul Gargano in agosto, dopo molte ricerche infruttuose, ci siamo dovuti “accontentare”( si fa per dire...) di un Hotel a quattro stelle a San Giovanni Rotondo.
 Appena giunti in paese, mi sono accorta che ovunque si potevano leggere le parole “sofferenza” e “Padre Pio”. 
Solo nella strada del nostro albergo potevamo contare una “Casa Sollievo della sofferenza”, un
asilo “il Sacro cuore sofferente di Maria”, il “Centro spirituale Padre Pio”, dal quale tutte le sere sentivamo innalzarsi canti Gregoriani bellissimi, “Tele Radio Padre Pio”, la rivista “voce di Padre Pio”due negozi di souvenirs pieni di foto di Padre Pio ritratto in ogni situazione, e non ricordo quanti altri circoli, cenacoli e conventi tutti intitolati a Padre Pio. 
Potete immaginare la nostra sorpresa quando in un manifesto in fondo alla strada abbiamo letto che la sera successiva, ovvero il 5 agosto 2018, i The Wailers tenevano un concerto proprio a San Giovanni Rotondo, nel parco intitolato al Papa. 

Il primo pensiero è stato - Wow che figata. Andiamo!-  poi la curiosità ha preso il sopravvento e ci siamo chiesti quale strana alchimia avrebbero generato i The Wailers in questo paese traboccante di spiritualità cattolica. 
Il giorno successivo, dopo una doverosa visita ai luoghi di Padre Pio e dopo aver appurato che la compagna di questo Sant’Uomo era ovviamente la sofferenza, ci siamo diretti verso il parco del Papa. 
Alle 21.30 eravamo in fila per entrare insieme ad altre centinaia di persone di ogni sesso, razza, religione e di ogni status sociale. 
Mamme e papà con bambini piccoli, persone anziane, ventenni con capelli rasta, adolescenti ipertatuati, semplici abitanti di San Giovanni Rotondo e turisti in pellegrinaggio, tutti uniti dall’amore per la musica di Bob Marley.
Finalmente entriamo. Da poco ha iniziato a suonare un gruppo reggae Ska Italiano i “Sona Sle” di apertura al concerto. Molti ballano, altri invece siedono nel prato rilassati, chi a parlare, chi a sbocconcellare un panino, chi a sorseggiare una birra aspettando tutti il gruppo
principale.
La Band di supporto annuncia l’ultima canzone, le persone iniziano ad avvicinarsi in massa al palco, ma c’è da aspettare ancora un po'. 
Il cambio palco è lungo. Guardo l’orologio, sono le 23.00, ma nessuno sembra lamentarsi, anzi l’attesa porta le persone a parlare tra loro, a fare nuove amicizie. 
Noi facciamo conoscenza con un ragazzo di Cerignola che di professione fa lo “zampognaro”. Non credevo che fosse una professione e invece scopro che lo è, e pure una tra quelle in estinzione. 
Poi tutto un tratto le luci sul palco si accendono, un ritmo reggae inimitabile si diffonde nell’aria, il basso del fondatore Aston “Familyman” Barrett è un cuore che pulsa. 
Partono le percussioni di AstonBarret Junior nipote del Co-fondatore Carly Barrett defunto nel lontano 1987. Le chitarre in levare di Junior Marvin e di Donald Kinsey sono come un richiamo per le persone disperse nel parco.
In un attimo si radunano tutte davanti al palco urlanti di gioia. 
Il sound prende forma e ad un tratto parte un boato dal pubblico,hanno riconosciuto la prima canzone. 
Poi il cantante Joshua David Barrett si avvicina al microfono e insieme a centinaia di persone intona “Rastaman Vibraton Yheaaa Positive”. E le buone vibrazioni di ”Vibration Positive” iniziano a diffondersi dentro di noi, tutti sorridono, tutti ballano, tutti sono felici. 
La musica è la stessa, quella che tutti apprezziamo ascoltando gli LP del tempo, anche il fonico Dennis Thompson è lo stesso di sempre, la voce ovviamente no, ma il cantante è davvero una rivelazione, non imita affatto Bob Marley ma interpretando i testi da un impronta tutta sua, molto intensa e piena di passione. 
I successi si susseguono uno dietro l’altro. Le persone sono sempre più catturate dalla musica, dal ritmo, dalle vibrazioni che fanno stare bene. “Non woman no Cry” viene cantata per intero dal pubblico insieme al cantante, il ritornello “everything’s gonna be all right” è un vero e
proprio inno al pensiero positivo e viene ripetuto all’infinito. 
Le braccia e gli occhi sono alzate al cielo verso le stelle, mi sembra che una brilli in maniera particolare. “Bob è tra noi” penso, e una lacrima di commozione mi scorre sul viso. 
Annunciano l’ultima canzone, ma sono costretti da uno scroscio di applausi a tornare sul palco per un bis. 
La musica dei The Wailers continua a dare gioia a tutti. Mi rendo conto che sono belli, belli come lo possono essere solo dei musicisti che suonano con il cuore.
 E le vibrazioni positive continuano con Three Little Birds; il coro di centinaia di persone che cantano “ don’t worry about athing, ‘cause every little thing gonna be all right” sembra una preghiera, un mantra che cerca di convincere chiunque di non preoccuparsi di nulla perché ogni piccola cosa andrà bene. 
Redemption song invece ci fa desiderare di essere liberi dalle catene mentali, e in quel momento siamo tutti fratelli. Tanti altri successi vengono riproposti e si fanno spazio nel cuore e nella mente creando un ponte di continuità tra passato e presente. Sono le 01.00 della notte, i The Wailers salutano tutti e concludono il concerto, inchinandosi più volte davanti al pubblico e ringraziando. 

Penso alla grandezza della musica, e soprattutto alla grandezza di Bob Marley, a quello che è riuscito a creare nella sua carriera e a come le sue parole continuino a emozionare i cuori di ogni età. “Mi manterrete vivo attraverso la musica” aveva chiestoBob Marley ai membri del gruppo in punto di morte, e vi assicuro che su quel palco la sua essenza era viva e presente.
Torniamo all’albergo canticchiando per la strada. A distanza di giorni continuo a sentire nelle orecchie e nella testa il ritornello di “Vibration Positive”. Sono proprio vibrazioni positive quelle che i The Wailers hanno portato a San Giovanni Rotondo, dando un vero e concreto sollievo alla sofferenza quotidiana che si respira in quella cittadina. 
L’incontro tra il Rastafarianesimo e la religione Cattolica ha elevato gli animi, e ha confermato, se mai ce ne fosse bisogno che la spiritualità va oltre qualsiasi Religione.

Every little thing gonna be all right, ogni piccola cosa andrà bene, tornerà al suo posto, e
ricordatevi che siamo tutti fratelli a questo mondo.


ʟα ɢıтεяяαптε





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