Le interviste GitErranti: post “ Live a Tsopela ”

Cari Giterranti 

Questa settimana è stata pazzesca! Finalmente dopo due anni di restrizioni, sono tornati, ospiti  a casa mia  i musicisti Alberto La Neve e Nicola Scagliozzi e per festeggiare questa reunion, la mia gatta Bastet ha partorito quattro stupendi gattini facendomi fare nottata durante la  giornata

internazionale del libro.

Ma l’evento più bello ed emozionante è stato il concerto che si è svolto al Pub- Ristorante Tsopela, dove Francesco Mascio, supportato dai due musicisti sopracitati ha presentato alcuni brani del suo nuovo album My Standards.

Non voglio parlarvi del concerto perché l’emozione che  ha creato quella meravigliosa  musica è impossibile renderla a parole, ma il giorno dopo, complice una bella giornata di sole, ci siamo ritrovati tutti a pranzare sul mio terrazzo, con un ospite d’eccezione, Valentina Paduano, la proprietaria dello Tsopela.

Da buona GitErrante, prima li ho fatti rilassare e poi ho sfruttato questo evento eccezionale per estrorcere a tutti un’intervista insolita.


Vediamo quindi come 4 persone diverse rispondono alla stessa domanda...

Buona lettura e buon divertimento..




1) Questo è stato il primo fine settimana di musica tutti insieme qui a Monterotondo, avete suonato allo Tsopela, avete suonato anche a Roma, raccontateci le prime impressioni di questo week end.

Alberto: è stato bellissimo riprendere a suonare insieme, dopo due anni di lontananza (Alberto abita a Paola -CS - Nicola a Troia -FG- e Francesco a Monterotondo -RM-) la sensazione è di felicità. Quando sono arrivato ho avvertito una grande emozione e mi è tornata la voglia di suonare che forse un pochino stava calando.

Nicola Scagliozzi -Basso elettrico

Nicola
: Questo è stato il primo week end di presentazione del disco di Francesco, quindi a parte la felicità di tornare a suonare insieme è stato per me emozionante suonare i brani che non ho registrato nel disco e che ha registrato invece Paolo Mazziotti. Ma soprattutto  sono stato molto contento di suonare finalmente con Francesco dal “vivo” e non solo in sala di registrazione. Questa esperienza Live mi ha confermato che sono molto legato anzi intrecciato con la musica di Francesco, con la “squadra” che ha creato e ovviamente anche con lui. È stato bello anche suonare nelle due serate in formazione differente, perchè allo Tsopela eravamo in trio dove io avevo la responsabilità della ritmica, mentre a Roma c’era il batterista Domenico Benvenuto e alla voce Esharef Alì Mhagag e dopo queste splendide serate non vedo l’ora di suonare nuovamente insieme.


Francesco: Sono felicissimo di aver dato vita a questi nuovi brani, suonandoli Live ma soprattutto sono felice di aver condiviso questa musica con dei musicisti che oltre ad essere dei bravissimi professionisti, sono anche delle persone che hanno un animo affine al mio, perchè la musica non è solo il momento in cui si sale su un palco a suonare, ma anche e soprattutto la condivisione che avviene prima di ogni concerto e dopo, anche in momenti ludici e luculliani come questo. Per me è importante vivere la musica con questo senso di fratellanza con i musicisti con cui poi ti trovi a condividere un percorso fatto di accordi e note ma anche di una comunione interiore. Molto probabilmente se al pubblico arrivano emozioni è anche grazie a questo feeling che si crea fra i componenti del gruppo. 

Valentina tu che hai questo bellissimo Risto-pub, Tsopela  e che sei una delle poche qui a Monterotondo che fai musica live da qualche anno, come nasce la tua passione per la musica, come vivi ogni concerto e come hai vissuto il concerto di Francesco Alberto e Nicola?

Valentina : La passione arriva dall’ascolto della buona musica  che mi è stata trasmessa da mio fratello Remo, e comunque tutto quello che emana energie positive mi attrae e quindi la buona musica è per me la campionessa di emanazione di energie positive. Quando Francesco suona allo Tsopela è festa, io mi sono divertita tantissimo, sono stata tutto il concerto con un sorriso stampato in faccia a fare riprese e foto e mi sono divertita a vedere loro che si divertivano. Al locale cerco sempre di promuovere musica di qualità e i risultati ci sono sempre, le persone apprezzano, l’ascolto è buono, e quindi continuiamo a proporre tanta bella musica.

2) In questi giorni è stato bello rincontrarsi come facevate spesso nel pre- COVID, quindi a me viene da chiedervi, ma durante i lock-down come avete vissuto la musica?

Alberto la Neve - Sax

 Alberto
: Questa per me è una domanda difficile. Durante il lockdown io l’ho vissuta malissimo, nel primo periodo ho avuto un blocco nel suonare, poi mi sono sbloccato piano piano ma sono ancora una volta ricaduto nel blocco. Secondo me la musica ha bisogno di essere suonata dal vivo e non come hanno fatto tanti musicisti in maniera on Line. Ci ho provato ma non funziona, non c’è quella condivisione importantissima tra musicista e pubblico, non c’è quel rapporto diretto, energetico di interscambio tra chi suona e chi ascolta, è tutto filtrato da uno schermo e le emozioni non arrivano. In più non è nemmeno salutare, perché la musica non è fatta solo di note ma è un emozione che il musicista prende dal pubblico e la ritrasmette al pubblico arricchita dal suo modo di essere, dalla sua storia, dalle sue esperienze, e ovviamente questo non può avvenire durante un concerto on Line.



Nicola: A parte le prime tre settimane, la musica per me è stata un’ ancora di salvezza. Ho avuto un momento di creatività molto forte e nonostante concordi con Alberto che i concerti on Line sono un grande fallimento, li ho usati però per suonare e collaborare con musicisti che abitano molto lontano da me, facendo cose anche sperimentali. Ma ovviamente era solo un palliativo per tenersi occupati, però se non ci fosse stato quella situazione, non so se mi sarei salvato come oggi mi sento salvo. È la musica che mi ha tenuto in vita perchè per me la musica è vita.

Francesco: Durante il periodo di Lock-down ho avuto modo e tempo di riflettere su alcune cose, perché ho compreso che la musica non era andare a suonare a Milano piuttosto che a Palermo, ma era comunque accanto a me, avevo la chitarra, avevo il pianoforte ed erano tutto ciò di cui avevo bisogno. Anche ascoltare un suono era un modo per connettersi con la musica e quindi questo periodo è stato per me di grande ispirazione, ho scritto tante musiche nuove sia con la chitarra che con il pianoforte, diverse tra loro anche stilisticamente e ho apprezzato il fatto di avere il tempo di vivermi la musica in maniera esclusiva insieme alla mia famiglia. In più mi sono sentito fortunato perché a me non è mancata la musica, ma mi immagino quanto può essere mancato a un appassionato di musica  andare a un concerto da vivo.

Valentina, tu che invece dai voce alla musica nel tuo locale, come hai vissuto questi due anni e il

Valentina Paduano - Tsopela Pub
periodo del lock - down al locale senza musica live.

Sicuramente la musica era sempre nei miei pensieri, ma prima dovevamo cercare di capire come rimanere aperti, quando stare aperti, in che modalità, gli orari, gli asporti dalle 16.00 alle 18.00, sbatti le mani, fai un salto, fai na giravolta e falla un’altra volta, insomma, ci hanno fatto lavorare così per due anni, ma ripeto, il pensiero stava sempre alla musica. Comunque nonostante la pandemia, le persone hanno sempre manifestato la voglia di ripartire, di tornare a sentire i concerti live, ma in verità in questi due anni anche io mi sono un pò chiusa e sono stata in attesa, aspettando che tutto tornasse più o meno alla normalità.


3) Ultima domanda: Diteci il messaggio, che ogni volta che suonate, volete inviare all’universo e alle persone che vi ascoltano.

Alberto: E’ un messaggio legato al presente, perchè se questa domanda me la fai fra qualche anno, sicuramente il messaggio sarà diverso. Adesso ciò che invio con la mia musica è un messaggio di speranza, soprattutto perché l’arte e la cultura sono state fortemente penalizzate durante questo periodo pandemico, teatri, cinema e musica live sono stati i primi ad essere chiusi, quindi tornare a suonare live è un modo per dare un messaggio di speranza a chi ascolta, la speranza che tutto tornerà come prima del COVID, anzi meglio!

Nicola: Il messaggio che voglio inviare con la mia musica è una preghiera, ovvero quello di restare più umani possibile. Questa situazione pandemica ci ha un pochino disumanizzati a livello sociale, e quindi quando suono mi piacerebbe che alle persone arrivasse la musica come un essenza pura, come l’essere umano originario, bisogna tornare alle origini e rimanere umani.

Francesco Mascio - Chitarra
Francesco: Ogni volta che suoniamo in luoghi diversi, anche la situazione che si viene a creare è
diversa, quindi ogni concerto è unico e speciale proprio per questo motivo, ma la sfida è sempre la stessa, quella di connettersi con le energie di quel luogo. Il messaggio che sento di condividere con il pubblico in questo momento è la celebrazione del mistero, ogni volta è come se, grazie alla musica, il musicista si connette a questo mistero, a questa immensità che in qualche modo scende su di noi come uno spirito e poi noi, attraverso i nostri strumenti e attraverso le note, le inviamo
 sul pubblico. Il mio messaggio è quindi la celebrazione del mistero anche come scoperta, come sorpresa, come un emozionarsi e accogliere questa bellezza misteriosa e meravigliosa che arriva e fa star bene tutti.


Valentina, tu non suoni, ma ospiti i musicisti nel tuo locale e quindi, da appassionata di musica, quale è il messaggio che tu cogli quando assisti a un concerto.

Una cosa che a me mi affascina tanto è il mistero. Io l’altra sera  li avrei sentiti suonare per cinque ore ininterrottamente perché arrivava proprio un divenire continuo di cambiamento, di gioco di scherzo, un invasione di emozioni e sensazioni sempre diverse che dei professionisti come loro riescono a donare. Ed è questa la cosa che più ricerco nella musica in generale.


Bene cari lettori, siamo arrivati alla fine dell’intervista e voglio ribadire ancora una volta quanto siano importanti i rapporti umani, la musica, l’amicizia e le vibrazioni positive, quindi vi prego GitErranti, tornate a sognare, tornate ad ascoltare musica live, a riempire i teatri, a vivere nuovamente senza paura. Toglietevi le mascherine e respirare a pieni polmoni questa aria nuova di primavera, spegnete la televisione e tornate a sorridere.

Buona Rinascita.


Informazioni

L’album My Standard di Francesco Mascio potete trovarlo su tutte le piattaforme digitali.
Lo Tsopela Risto-Pub è a Monterotondo (Rm) in via Guglielmo Oberdan  12 ( piazza dello Sbracato)
Tel: 06 89471593

ʟα ɢıтεяяαптε








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