Le interviste GitErranti: Carla Viparelli - un’ Artista “Sconfinata” in Zona Franca


 Cari Giterranti 

Oramai avrete capito che uno degli aspetti che amo di più quando viaggio, è quello di conoscere gente e posti nuovi.

Maratea è un luogo che ho scoperto due anni e mezzo fa e che mi ha accolto e stregato a 360° , sia a livello paesaggistico che a livello umano.

E oggi vorrei parlarvi di una persona e un’artista meravigliosa conosciuta proprio la prima volta


che abbiamo messo piede nella bellissima Maratea, Carla Viparelli.

Ricordo che era tardo pomeriggio e nelle vie di Maratea aveva preso vita un bellissimo mercato di artigiani e artisti. 

Come di consueto, fermandomi per molto tempo ad osservare le bancarelle, ho perso di vista mio marito e mio figlio, che però ho ritrovato davanti a un banco d’arte, mio figlio con sguardo meravigliato e mio marito intento a dialogare con la proprietaria delle opere.

Mi avvicino e rimango meravigliata anche io: su quel banco c’era un viaggio onirico meraviglioso.

Ma in quell’occasione, con Carla, parlammo di libri, dell’iniziativa del gruppo Liberi Libri insieme all’associazione Chi Cerca Crea di aprire un Book- sharing al centro di Maratea.

Potete leggervi l’articolo che scrissi allora cliccando su questo link: http://giterrandoblog.blogspot.com/2021/08/perdersi-maratea-e-ritrovarsi.html

Dopo quell’incontro, siamo rimaste in contatto e ho avuto modo di apprezzare Carla come artista a tutto tondo, e oggi ho deciso di intervistarla per farvi conoscere questa splendida artista.

Buona Lettura.



1) Carla, come è nata la tua passione per l’arte?


Siamo nate nello stesso giorno. Prima ancora di andare alla scuola elementare e imparare a scrivere, io già disegnavo. Una piccola instancabile grafomane. Mia madre conservava i miei primi quaderni di scuola con i problemini di matematica o gli esercizi di grammatica in cui io illustravo tutto: le cose e gli animali al maschile e al femminile opportunamente differenziati (il gatto e la gatta, il toro e la tora), ogni singolo frutto, comprato dalla mamma al mercato, da moltiplicare o da dividere…, e via discorrendo. Tutto era un pretesto per disegnare, illustrare, decorare con cornicette. Tutt’oggi a distanza di anni continuo a essere affetta da illustrazione compulsiva. Non so da dove provenga questa presenza ossessiva: qualcuno in tempi remoti deve avere passato all’arte la password per accedere alla mia vita. Un divino hacker, senza dubbio.

2) C’è qualche artista al quale ti sei ispirata?

Da sempre, nutro profonda ammirazione per  artisti di tutto il mondo: grandi maestri incontrati

nei musei e artisti contemporanei, alcuni dei quali conosciuti direttamente. Credo che l’ammirazione non sia solo un sentimento spiritualmente edificante, ma anche un vero e proprio strumento cognitivo. Io sono un’artista autodidatta, il mio titolo di studio è la laurea in filosofia (con lode, ne sono molto orgogliosa). L’ammirazione istintiva con cui da sempre mi sono rapportata agli altri artisti, mi ha aperto i pori e forse costituisce una spiegazione “razionale” al fatto che, pur non avendo mai studiato le tecniche artistiche, alcune di esse mi vengano assolutamente naturali, soprattutto la pittura a olio.
Mio padre mi regalò la prima cassetta di colori a olio quando avevo 13 anni e li usai da subito, come se lo avessi sempre fatto. Non mi sono mai ispirata a un artista in particolare per quello che riguarda lo stile e la forma espressiva, anche perché questo avrebbe bloccato la mia continua ricerca e voglia di sperimentare. Ma l’emozione provata, ad esempio, davanti alle opere di Mirò a Barcellona o ai quadri di Kaspar David Friedrich a Berlino, è stata talmente travolgente che l’unica era mettersi all’opera.

3) Raccontaci un po’ la vita da artista…


Non sono una figlia d’arte, bensì la pecora nera della famiglia. Il fatto di non avere precedenti artistici nelle professioni familiari, oltre a procurare anni di conflitti generazionali, ha reso e rende il mio lavoro d’artista un’avventura e una scoperta continua. Ho sparigliato aspettative e prospettive, e, dopo tanti anni di lavoro (la mia prima personale risale al 1986), continuo a stupirmi, nel bene e nel male. Lo stupore è sicuramente una costante della mia esperienza. Per dare un’idea, racconterò due episodi.
 Il primo avvenne all’incirca 25 anni fa, in sogno. Sognai che squillava il telefono e rispondevo, dall’altro capo del filo un vocione maschile profondo e stentoreo mi chiese di parlare con Carla Viparelli: “Sono io, con chi parlo?” Risposta: “Sono Michelangelo Buonarroti. Volevo farle i complimenti: lei è proprio una brava artista!”Mi svegliai ridendo di me stessa: “Ma guarda che cavolo ti vai a sognare!”, ma anche, dopo cotanto endorcement, con una buona dose di autostima in più. Ci voleva. 
Il secondo episodio è recente, risale a luglio di quest’estate. 
Ero seduta al chioschetto Riva Riva sul mare di Maratea, luogo di ispirazione estiva prediletto. Ricevetti una telefonata da parte di un curatore d’arte che mi propose di allestire una mostra
personale all’inizio di dicembre. 
Mi sembrò una data troppo ravvicinata rispetto alla complessità che comporta un impegno del genere: non avevo ancora focalizzato un concept, né avevo pensato a un progetto con cui strutturare la mostra, per cui gli chiesi di  posticipare la data di qualche mese.
Mi rispose che ci avrebbe pensato e mi avrebbe fatto sapere.
Ho riattaccato, e in quello stesso istante mi è venuto tutto in mente, d’un colpo: progetto, titolo, concept e finanche le opere. Ho richiamato subito il curatore per dirgli che andava benissimo la data di dicembre e gli ho comunicato il titolo della mostra. 
Tempo intercorso tra la prima telefonata e la seconda: tre minuti.
Entrambi questi episodi sono esempi di come, oltre i confini della logica e delle sue categorie di spazio e tempo, ci sono mondi che prescindono dalle sue scansioni, tutti da sperimentare. Le loro porte si aprono alla nostra esperienza, anche solo per un secondo, quando meno ce lo aspettiamo.
Morale della favola: abituarsi all’imprevedibilità è un ossimoro.


4) Momento Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta


D: “Carla, ti senti fortunata?”

R: Se è vero che la fortuna aiuta gli audaci, io non ho diritto a usufruirne, poiché non mi sento per niente audace quanto piuttosto una incosciente. 
Ho fatto molte scelte di rottura, è vero, ma di nessuna di queste ero consapevole, e non so assolutamente, col senno di poi, se le rifarei o no. Diciamo che, nonostante la mia incoscienza, sono un’artista fortunata.

5) Cosa bolle nella tua “pentola” artistica?

Accennavo prima alla fatidica telefonata in spiaggia con cui il curatore, al secolo Valerio Falcone, mi invitava di lì a poco a tenere una mostra personale. Questa mostra,programmata per il 3 dicembre, è adesso alle porte.

Si intitola “Zona Franca”. Comprende una serie di dipinti su tavole tagliate a laser e tre sculture in frassino e plexiglas. La maggior parte delle opere sono state realizzate per questa mostra. L’idea di “Zona Franca” mi è venuta dalla linguistica, e precisamente dalla enantiosemia, cioè il fenomeno per cui alcuneparole hanno due significati tra di loro opposti, come ad esempio la parola “divisa” che indica da un lato appartenenza allo stesso gruppo (l’uniforme) e dall’altro indicaseparazione. La Zona Franca è quel punto equidistante dai due opposti, in cui essi si equivalgono… come dire: pace, inclusione, sconfinamento. La mostra si terrà a Solofra, nell’Avellinese, sede della Fondazione De Chiara De Maio. Le attività espositive e didattiche di questa Fondazione, il cui Presidente è Diodato De Maio, spaziano dall’Arte Classica a quella dei nostri giorni. “Zona Franca” fa parte della rassegna di Arte Contemporanea chiamata “Colori”, curata appunto da Valerio Falcone. Inaugurazione 3 dicembre ore 19 a Solofra, Piazza Umberto I; talk la domenica mattina successiva, 4 dicembre ore 11,30. La mostra dura fino al 28 febbraio 2023.


6) Manda un messaggio a tutti i GitErranti, sull’arte o su quello che vuoi.


Messaggio alle anime GitErranti: sconfinare sempre…ricordandosi che i primi confini da superare sono quelli del proprio io e l’unica maniera di superarli è l’umiltà.







Informazioni.

Carla Viparelli – Short Bio

 

Carla Viparelli (1959). Lavora a Napoli e Maratea. Laurea Cum Laude in Filosofia all’ Università Federico II” in Napoli. Mostre in Musei e Istituzioni pubbliche in Italia (Napoli, Ravello, Salerno, Latina, Matera, Caggiano, Venezia, Porto S. Elpidio, Frontone, Frosinone, Rivisondoli, Agropoli, Cortina d’Ampezzo, Maiori, Caserta, Vallo della Lucania, Afragola, Bassiano, Parabita, Maratea, etc), e Musei e istituzioni pubbliche all’estero (Los Angeles, Berna, Copenaghen, Goteborg, Cork, Bangkok, Pattani, Tokyo, Lancaster, Krabi, Singapore, DakhaNakhon Sawan, etc.). Workshop Internazionali e Progetti Educazionali (Italia, Europa, Asia). Residenze Artistiche (Irlanda, ItaliaPolonia, Thailandia). Opere in collezioni pubbliche (Italia, Europa, Asia). Trasmissioni TV (reti nazionali e locali). Primi Premi, Targhe Riconoscimenti (Italia: Sorrento, San Severino, Assisi, Napoli, Maratea; PoloniaSarbinowo; Thailandia: Bangkok, KrabiPattaniNakhon Sawan


https://www.facebook.com/carla.viparelli/


https://www.instagram.com/carla_viparelli/


www.carlaviparelli.it

 
Tutte le opere di questo articolo sono dell’artista Viparelli e saranno presenti alla Mostra “Zona Franca”
ʟα ɢıтεяяαптε









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