GitErrando a Salonicco, la Napoli Ellenica.

 Cari Giterranti...

A Novembre mi sono ritrovata trecento euro da spendere in viaggi, un buono che mi era stato donato e mai utilizzato, così, visto che la scadenza si avvicinava, ho prenotato un viaggio nella città più economica che ho trovato, in questo caso Salonicco.


Premetto che la Grecia è una nazione che amo, e Salonicco è una città che ho sempre voluto visitare, quindi la scelta è stata casuale si, ma felice.

Il primo Febbraio, alle 3.00 di mattina suona la sveglia. Il volo parte alle 6.00 da  Ciampino  e abbiamo poco tempo per prepararci.

Alle 4.30 arriviamo all’aeroporto, il freddo è pungente, ma confidiamo che a Salonicco, visto che è posta più o meno all’altezza di Lecce, le temperature siano più miti.

Il volo è tranquillo, il cielo terso e il panorama incantevole.

L’alba vista dall’aereo è spettacolare, ogni volta rimango incantata dalla varietà di colori e di sfumature che invadono il cielo, e penso che il creato è la forma d’arte più alta in assoluto, un’arte che l’uomo può solo copiare ma mai uguagliare.

Appena atterrati ci rendiamo conto che Salonicco è una città fredda, il vento di tramontana ci arrossa la faccia ma il sole splende e la giornata è luminosa.

Prendiamo un autobus che con un euro e ottanta centesimi ci porta dall’aeroporto al centro città, ne rimango sorpresa, visto i costi  che hanno i biglietti in Italia, per esempio da Roma all’aeroporto di Ciampino, il costo minimo è quattro euro, mentre per l’aeroporto di Fiumicino i costi variano da otto a undici euro.

Dopo circa trenta minuti di viaggio, scendiamo a piazza Aristotelos, e veniamo accolti da un

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volo di centinaia di piccioni.

Sin da subito ci rendiamo conto che la città è tranquilla, poche macchine in giro e tanta gente a piedi e con i mezzi, ci avviamo verso il nostro albergo “Polis Apartments” in via Karaoli & Dimitriou ton Kiprion a pochi passi dal centro.

L’accoglienza è calorosa, la stanza bella e funzionale, con un comodo mobile cucina per ogni evenienza.

Visto l’alzataccia ci riposiamo un pochino, ma la giornata è bella e la voglia di visitare la città incombe, così, dopo esserci preparati una buona e calda tisana, decidiamo di andare alla scoperta di Salonicco, ma non verso il centro storico della città bassa, bensì verso l’Hectapyrgion di Tessalonica, ovvero una fortezza di epoca bizantina affacciata sull’ acropoli della città.

Dal nostro albergo è distante circa trenta minuti a piedi, ovviamente in salita, ma  attraversare un antico quartiere della città ci stuzzica.

Ci avviamo e subito ci rendiamo conto che la parte in cui ci stiamo dirigendo è sicuramente una parte antica. Le case abitate sono restaurate, ma troviamo anche tante case diroccate, dove gli abitanti principali sono i gatti.

Qui è giusto che parli dell’estrema sensibilità che gli abitanti di Salonicco hanno per i gatti: in ogni angolo spuntano ciotole piene di croccantini o di acqua, e ovunque si vedono passeggiare gatti di ogni grandezza e colore, uomini e gatti convivono serenamente, e anzi, sembra quasi
che questi splendidi felini siano i guardiani indiscussi delle bellezze di Salonicco.

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Arriviamo finalmente all’Hectapyrgion, i ruderi della fortezza sono affascinanti e il panorama è pazzesco. Da quell’altezza si vede tutta l’estensione di Salonicco, il mare e le montagne di fronte alla città. Godiamo per qualche minuto di quella bellezza, del sole, del vento che ci scompiglia i capelli, del silenzio irreale che avvolge quel luogo, e come ogni volta che vengo in Grecia, mi sento accolta e coccolata come se fossi arrivata a casa dopo un lungo viaggio.

Dopo esserci riempiti gli occhi e il cuore di bellezza, ci avviamo nuovamente verso il centro storico, ma veniamo distratti da un’altro belvedere, e da li ci godiamo l’inizio del tramonto.

Ripercorrendo la strada a ritroso, entriamo in un cancello che delimita un’antica chiesa ortodossa, sfoderando la mia stentata conoscenza delle lettere greche, leggo che dovrebbe essere la chiesa dei dodici apostoli.

Il luogo è molto bello e antico, purtroppo la chiesa è chiusa, ma da fuori si possono ammirare alcuni dipinti di chiara origine bizantina.

I gatti come al solito, la fanno da padrone, ma dopo poco ci rendiamo conto che in realtà, molti sono gli animali che vivono nella tenuta della chiesa: pavoni bianchi e colorati, piccioni, asini e

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un recinto di giovani cervi.

L’incontro con i cervi è magico, sei paia di occhioni da bambi ci guardano incuriositi e noi non possiamo far altro che raccogliere erba fresca per offrirla in dono a questi stupendi animali.

Nel frattempo il sole sta scendendo dietro l’orizzonte, il cielo si colora di rosso e arancione e noi, sazi di emozioni, riprendiamo a camminare, in silenzio, in quelle bellissime e tortuose strade dell’Ano poli.

Senza volerlo ci ritroviamo nella via delle taverne e ci accorgiamo di avere fame, visto che non abbiamo pranzato.

Dopo qualche minuto di incertezza, entriamo in una taverna che sembra uscita direttamente dagli anni ottanta, ma che su tripadvisor è recensita come una delle migliori.

Con l’anziano proprietario scatta subito una simpatia, il cibo è buono e il prezzo davvero sorprendente, tra l’altro ci viene offerto anche due pezzi di dolce e due belle grappe greche.

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Soddisfatti torniamo verso la parte bassa di Salonicco e ci accorgiamo che è piena di locali, ristoranti, locande, pub e centri culturali.

La serata passa serena, ma la stanchezza ci invade, così decidiamo di avviarci all’hotel.

Al rientro mi ritrovo a pensare che Salonicco ha molto in comune con la nostra Napoli: ha il mare in città, le colline, vicoli antichi e caratteristici, e le persone sono veramente gioviali.

Certo, Napoli è Napoli ed è unica al mondo, ma l’atmosfera di Salonicco mi ha ricordato in qualche maniera quella di Napoli.

Il giorno dopo il sole splende e per fortuna il vento si è attenuato, sperimentiamo per colazione il mitico caffè greco e ci sorprendiamo, perché oltre al caffè, ci regalano una bottiglietta d’acqua a testa.

Ci dirigiamo al mercato Kapani, il mercato più grande di Salonicco, e veniamo proiettati in un attimo in un’atmosfera di altri tempi. Spezie, frutta secca, olive, dolci, carni, pesce, un misto di odori ci invade le narici, personalmente mi sembra di ritrovarmi nel vecchio mercato coperto di Follonica, quello di quaranta anni fa, dove i negozietti dei detersivi si mescolavano alle salsicce appese.

Dal mercato ci spostiamo sul mare e decidiamo di visitare la Torre bianca, il simbolo di

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Salonicco.

La Torre bianca è stata costruita nel quindicesimo secolo per sostituire una torre bizantina del dodicesimo, fu usata come fortezza e come prigione per i condannati a morte, oggi è sede di un museo interattivo interessante ma, purtroppo, nelle traduzioni non c’è la lingua italiana.

A pranzo decidiamo di fermarci in un fast food tipico greco, così ordiniamo una gyros  pita e un souvlaki davvero buoni e gustosi, e continuamo a passeggiare nel centro di Salonicco.

Noto che i prezzi nei negozi sono più bassi rispetto all’Italia di almeno un terzo, in alcuni casi anche della metà, e non comprendo il perché in Italia le stesse cose le paghiamo così tanto.

Passeggiando ci troviamo davanti alla “Tomba di Galerio”, un mausoleo romano di forma circolare trasformato in chiesa, e dopo qualche centinaio di metri troviamo l’arco di trionfo di Galerio.

Galerio era un imperatore Romano durante la tetrarchia dal 293 fino alla sua morte e, nonostante siano passati quasi due secoli, i due monumenti risultano perfettamente conservati.

Serata con musica live Rebetiko, che è un tipo di musica nata agli inizi del novecento nei bassifondi dei quartieri greci, poiché vi era la necessità di raccontare i propri disagi tramite la musica.

Ovviamente il locale è pienissimo e sorprendentemente lo è di giovani, segno che le tradizioni sono ben tenute in considerazione anche dalle nuove generazioni.

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Gli altri due giorni scorrono così, visitando il porto, la bellissima mostra fotografica di Frederic Boissonnas, (un fantastico fotografo nato nella metà dell’800), cibo buonissimo, musica tradizionale, e visita alle varie chiese ortodosse, che sono tutte molto belle, piene di mosaici e scranni in legno, e impregnate di un buonissimo profumo di cera d’api; luoghi molto lontani dalle nostre chiese, certamente bellissime, ma fredde, piene di immagini di sofferenza e spesso invase da un profumo di incenso misto a quello di stearina e paraffina bruciacchiata delle nostre candele. 

Insomma una città piacevole, sorridente e gentile come i suoi abitanti, sempre pronti ad

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aiutare chiunque e in particolare gli italiani, che loro sentono molto vicini: “stessa faccia, stessa razza”, sono soliti ripetere, e sinceramente devo confermare che a Salonicco mi sembrava di conoscere ogni persona, ognuno assomigliava a qualcuno che conosco in Italia, addirittura in un pub, abbiamo fatto una foto a una ragazza che era molto somigliante alla sorella di mio marito.

Insomma stessa faccia, stessa razza, ma speriamo che almeno i giovani greci, non seguano la stessa sorte dell’Italia in fatto di musica e di rispetto dell’identità delle proprie radici, perché sarebbe davvero un gran peccato.

Al prossimo viaggio.

ʟα ɢıтεяяαптε











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