GitErrando al SalTo 2023: un luogo incedibile per due giorni pazzeschi!

 Cari Giterranti...

Si è appena concluso il venticinquesimo Salone Internazionale del Libro, e io sono ancora inebriata dai due giorni passati in quel luogo magico.

È difficile descrivere la vastità delle emozioni che ancora si agitano in me, ma voglio cercare di farvi vivere la magia che si prova ad essere una piccola goccia dell’oceano delle persone che visitano il Salone.


Dovete sapere che sono anni che provo ad andare al Salone del Libro e, per un motivo o per un altro, non ci sono mai riuscita.

L’anno scorso, a fine Settembre, è uscito il mio libro “Chi me l’ha fatto fare - storia di una donna qualunque” per la Echos Edizioni, e visto che la Echos partecipa al Salone del libro, ho preso la palla al balzo, mi sono organizzata per tempo, e finalmente sono partita.

Sono arrivata a Torino Venerdì 19 verso ora di pranzo, il cielo era nero di nuvole e pioggia, sarei dovuta andare a Caselle da mia cognata, ma ho deciso di farmi una passeggiata di circa due Km, con bagagli annessi ovviamente, per raggiungere una libreria del centro di Torino che volevo visitare da tempo.

Così mi sono avviata con zaino, trolley, ombrello appoggiato sulla testa e telefono in mano, suscitando sguardi incuriositi da parte dei passanti.

Dopo essere arrivata e aver comprato un libro sull’antica stregoneria italiana, sono finalmente andata a Caselle, dove mi sono riposata e rilassata in attesa del fatidico 20 Maggio, ovvero il giorno in cui avrei varcato la soglia del “Lingotto” e sarei entrata nel magico mondo del Salone del libro.

La mattina fatidica mi sono svegliata alle cinque, il cuore mi batteva a mille e non riuscivo a stare nel letto, ho cercato di fare meditazione, leggere un libro, rilassarmi con la musica, ma oramai la mia mente era orientata solo verso una direzione.

Dopo colazione, mio cognato mi ha accompagnato vicino al Lingotto, ma non ha potuto avvicinarsi troppo perché, nonostante fossero solo le 10.00, la fila delle macchine per i parcheggi del Salone era incredibile.

Mi sono così avviata a piedi, ma la pioggia era battente e non riuscivo bene a capire dove fosse l’entrata.

Poi chiedo informazioni a una gentilissima signora con al seguito tre adolescenti, due ragazze e un ragazzo e insieme ci avviamo dentro il centro commerciale del Lingotto, per poi uscire nel


piazzale di via Nizza, entrata del Salone Internazionale del libro.

La fila alle casse è interminabile e ancora più lunga è la fila per entrare, per fortuna ho l’accredito come autrice, così saluto la gentilissima signora e le sue belle nipoti, (e anche il nipotino ovvio) e raggiungo emozionata l’entrata.

Mostro il mio accredito con un sorriso smagliante e oltrepasso il tornello esterno, ritrovandomi davanti all’entrata del Salone del libro.

Il cuore mi mi va a mille, così mi fermo un attimo, appena prima di varcare la soglia; per me è un momento importante, è la prima volta che vengo al Salone del libro e lo faccio in tripla veste: come lettrice accanita, come blogger, e soprattutto come autrice.

Riempio i polmoni d’aria, allungo la gamba destra e finalmente sono dentro. 

Alzo gli occhi e vedo davanti a me il padiglione 1, ho voglia di iniziare l’esplorazione, ma mi aspettano allo stand della Echos e io non vedo l’ora di riabbracciare Samanta, Susanna, Marco e Thomas.

Così, con un sorriso ebete stampato in faccia, mi avvio nel lungo e grande corridoio dove affacciano le tre entrate dei padiglioni.

Il corridoio è già molto affollato, così come il bar e i punti informazione, proseguo fino ad arrivare all’entrata del padiglione 3, e appena varco la soglia, mi inizia a girare la testa.

Davanti a me un’ immensità di stand pieni di libri, migliaia di persone che parlano, guardano, leggono, curiosano e aspettano autori per le varie presentazioni.

Le mie narici vengono invase dall’odore più inebriante che abbia mai respirato, quello della carta stampata, e dopo qualche secondo di smarrimento, mi rendo conto che tra quella miriade di proposte letterarie, c’è anche il mio romanzo.

Con questa consapevolezza mi avvio verso lo stand R69, ovvero quello della Echos, e quando ci arrivo davanti, l’unica cosa che riesco a fare è gettarmi fra le braccia della mia  fantastica e dolcissima Samanta, colei che è la mia referente.

Per dieci minuti buoni non capisco più niente, bacio Susanna, Marco, Thomas, poi ribacio Samanta, stringo mani di autori e autrici della Echos che conosco solo in chat e saluto calorosamente altri autori che invece già conosco, poi lo vedo, il mio libro, lì sul banco dello stand, e faccio fatica a trattenere lacrime di emozione.

Dopo un pò mi accorgo che lo staff della Echos si è arricchito di un nuovo elemento, così faccio la conoscenza di Massimiliano, il quale, oltre ad assomigliare in maniera incredibile a un mio


collega, sembra essere un uomo posato, serio e poco scherzoso.

Niente di più sbagliato! Dopo poco che ci parlo, iniziamo a scambiarci battute a vicenda, e, nonostante sia impegnatissimo a riprendere ogni intervista, il suo senso dell’umorismo  è sempre attivo.

Alle 13.00 ci spostiamo nella Sala Arancione, poichè è il decimo anniversario della mia casa editrice, e in quel contesto, pieno di persone curiose e personalità pubbliche, ho la possibilità di raccontare la mia prima telefonata con Susanna e la pubblicazione del mio libro.

La giornata passa in un attimo, non pranzo nemmeno, alle 16.00 dovrebbe esserci la mia intervista/presentazione del libro - e l’emozione cresce minuto dopo minuto.

Per stemperare l’ansia mi faccio un piccolo giro nei dintorni del mio stand, vedo quello della Frilli Editore e finalmente conosco Carlo Frilli e tanti autori che ho avuto modo di recensire per il blog “il colore dei libri”.

Carlo, come il suo solito, è gentile e generoso, ( al contrario di quello che si dice dei genovesi) e mi regala un libro di Mario Barale, un autore che ancora non conosco.

Lo saluto e gli prometto che passerò il giorno dopo, quando farò la diretta per Road Tv con il bravissimo giornalista Fabio Iuorio.

Torno al mio stand e dopo pochi minuti, con mio grande piacere, mi ritrovo ad abbracciare la donna con la quale ho condiviso la mia giovinezza Follonichese, la mia bellissima amica Sarah, che sapendo della mia presenza al Salone è venuta con il marito Emanuele e la sua bellissima figlia undicenne Caterina.

Come posso descrivervi l’emozione, la felicità, la gioia di ritrovare in un attimo la stessa sintonia di tanti anni fà? Nemmeno se scrivessi un libro solo su questo momento basterebbe a


farvi vivere l’intenso groviglio di emozioni che ho provato.

Prima che inizi la mia intervista, arrivano anche mia cognata Laura, mio cognato Rony, la mia bellissima nipotina Desia e il fratello e la sorella di mio cognato, insomma un’ emozione dopo l’altra.

È il momento di sedermi nell’ angolino delle interviste, mi gira la testa, lo stomaco è in subbuglio, davanti a me tanti visi conosciuti e non, ma tengo a bada l’emozione e metto in campo la mia parte oratoria migliore.

Ora vi chiederete come è andata l’intervista giusto? Ma io non ho la risposta, non mi ricordo una sola virgola di ciò che ho detto, ma tanto Massimiliano ha registrato tutto!

La serata finisce in pizzeria, sorridenti nonostante la stanchezza.

Il giorno dopo vado al salone con i mezzi pubblici. 


Non è difficile capire la fermata della metro dove devo scendere, visto che tutti, ma proprio tutti, scendono a quella fermata.

Entro e vado diretta allo stand, è bello rivedere gli amici della Echos, è bello parlare con loro, ridere, scherzare, ma anche cercare di vendere il proprio libro alle numerose persone che buttano un occhio alle nostre proposte.

Ma oggi, dopo il collegamento con Fabio Iuorio, voglio girarmi un pò il Salone, così aspetto le 12.00 e faccio vedere, in diretta con Fabio, ai telespettatori di Road Tv, un frammento di fiera.

Arrivo allo stand della Frilli Editore, ci sono alcuni autori che intervisto al volo, uno mi colpisce in maniera particolare e mi prometto di tornare, dopo la diretta, a parlarci.

Vado allo stand della Echos, intervisto Samanta e qualche nostro autore che si trova a passare, poi inizio a girare per il terzo padiglione.

La diretta dovrebbe durare quindici minuti, invece io e Fabio parliamo, diamo informazioni, facciamo vedere la bellezza del Salone del libro e mezz’ora passa senza che ce ne accorgiamo.

Finita la diretta, decido di iniziare l’esplorazione del Salone, ma prima torno a parlare con quell’autore della Frilli che mi ha colpito in precedenza. 

Si chiama Gino Marchitelli ed è stato un sindacalista, come me, anche se la sua storia ha dell’incredibile.

Mi racconta di quando lavorava nelle piattaforme petrolifere della Saipem, delle dure lotte insieme ai lavoratori per contrastare il precariato e tanto altro.

Ne rimango letteralmente affascinata, così ci scambiamo i contatti, e Carlo Frilli mi omaggia anche del  nuovo libro di Gino, che presto recensirò per il Blog il colore dei libri.

Continuo il mio giro per gli stand, sono tantissimi, e spesso sono costretta a fermarmi per

riuscire ad orientarmi.

Visito il padiglione 1, dove una fiumana di gente mi travolge, ma non mi lascio abbattere, vorrei comprare mille libri ma so che ho un trolley piccolino e poco posto, così continuo la visita fotografando i libri che mi interessano e che a breve comprerò, ordinandoli in libreria.

Al padiglione 2 provo ad andare in bagno, la fila è interminabile ma l’urgenza è impellente, mi metto in fila e mi concentro sui commenti delle persone che ho davanti.

Qualcuno aspetta la presentazione di Saviano, io, per assonanza di cognomi, decido di andare a quella della Lipperini, così, dopo aver raggiunto il bagno, mi avvio verso l’agognata sala Oval.

Entrare nel tempio delle grandi CE è scioccante, è come entrare in venti librerie enormi contemporaneamente.

Prendo fiato, i piedi mi fanno malissimo per quanto ho camminato, guardo il contapassi e rimango senza parole, ho fatto ben 2o km, 20 km all’interno del Salone e ancora devo finire il giro.

 Gli occhi si perdono in quella vastità piena di libri ed eventi, nello stand della Rai vedo un posticino, mi siedo, la Lipperini parla, ma non riesco a seguirla, sono così stanca!


Così mi alzo e mentre me ne sto per andare, mi sento chiamare: Caramba che sorpresa!

Giulia Norcini, la proprietaria della libreria AltriMondi di Follonica, dove Sabato 27 Maggio farò la presentazione del mio libro, è davanti a me: che bell’incontro!

Nessuna delle due può credere di esserci incontrate in mezzo a quella bolgia, ma si sa, il caso non esiste e noi ne abbiamo avuto la prova.

Ci facciamo un selfie insieme e ci diamo appuntamento a Sabato.

Stanca e felice torno al mio stand, sono le 18,00 e dovrei organizzarmi per tornare a Caselle, ma Sadia, una nuova autrice della Echos, molto gentilmente, si offre di accompagnarmi, così decido di rimanere fino a chiusura.

Mentre bivacco dietro lo stand insieme a Samanta e Thomas, inserendo libri nei pacchi a sorpresa, vedo arrivare Emanuele, il marito della mia amica Sarah, in divisa da Vigile del Fuoco insieme a un suo collega.

Me lo presenta e iniziamo a parlare, cerco di convincere Gaetano a comprare il mio libro, ma


pare non essere interessato, fino a quando non gli propongo di regalarlo a sua figlia spiegandogli il perchè dovrebbe leggerlo.

Lo vedo cambiare espressione, mi fa promettere di di fargli una dedica personalizzata e compra il libro.

Scrivo al dedica e li saluto, ma dopo circa dieci minuti vedo tornare Emanuele e Gaetano con al seguito altri colleghi.

Gaetano mi ringrazia per la dedica, mi dice che quando l’ha letta si è commosso, e così, insieme a Emanuele, hanno convito altri loro colleghi a venire al nostro stand.

Scherziamo, ridiamo, faccio una piccola presentazione privata solo per i VdF del comando di Torino e due di loro acquistano il mio libro.


Ci facciamo una foto tutti assieme e ringrazio di cuore il mitico Emanuele che ha avuto un’idea fantastica, quella di portare i suoi colleghi a comprare il mio libro!

La stanchezza è tanta, ma lo spirito è alto, con Samanta e Susanna continuiamo a ridere e scherzare e anche Thomas, Massimiliano e il grande capo Marco, si aggregano.

Arriva il momento dei saluti, ci abbracciamo e ci baciamo con un trasporto, senza eguali.

Ancora non sono uscita dal salone che già mi manca tutto lo staff della mia bellissima CE, mi


hanno fatto sentire come se fossi in famiglia e oramai sono diventati la mia famiglia di penna.

Sadia mi accompagna a Caselle, e il giorno dopo prendo il treno che mi riporta a Roma.

Vorrei dire tante cose su questa esperienza, ma veramente non esistono parole giuste per potervi descrivere la portata emozionale di questi due giorni.

Spero solo, con questo mio articolo, di avervi fatto vivere un briciolo delle emozioni che mi hanno permeata e che ancora continuano ad agitarsi dentro di me.

Solo un consiglio, se non siete mai andati al Salone Internazionale del Libro di Torino, andateci assolutamente, credetemi, non ve ne pentirete assolutamente, e per preparavi all’evento, leggete almeno due libri al mese.

Buona lettura a tutti!




















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